Anna
Perenna
Moneta romana dell’82 a.C. (da una collezione privata) raffigurante
sul recto Anna Perenna, sul verso una quadriga guidata dalla Vittoria.
Alle Idi di marzo (il giorno 15 del mese) si celebrava una festa in
onore di Anna Perenna, una figura la cui natura rimane incerta. I Romani,
in base alla loro tendenza alla storicizzazione delle tradizioni mitologiche,
tendevano a vederla come la sorella della regina Didone, una figura
femminile che giunta in Italia si trasformò in ninfa fluviale.
Tuttavia il suo nome deriva sicuramente da annare et perennare,
una formula tradizionale con cui si augurava di trascorrere felicemente
il nuovo anno. Anna Perenna era dunque una dea che personificava l’anno
nuovo, che aveva un nuovo inizio nel mese di marzo. La festa si svolgeva
con sacrifici offerti in un bosco sacro sulle sponde del Tevere e con
una scampagnata dove le libagioni e i vini erano accompagnati da danze
e canti tra i quali anche canzoni oscene intonate da fanciulle.
Tra il 1999 e il 2000, nel corso di lavori di scavo per la costruzione
di un parcheggio interrato presso piazza Euclide a Roma, sono stati
rinvenuti i resti di una fontana, con iscrizioni votive dedicate ad
Anna Perenna e alle Ninfe, una grotta e una cisterna con offerte e oggetti
databili al IV secolo d.C. Il complesso doveva sorgere presso l’antico
bosco sacro di Anna Perenna. Dal numero di oggetti magici ritrovati
(lucerne con all’interno strisce di piombo con iscritte formule
magiche e figurine antropomorfe impastate con cera e rinchiuse in contenitori
di piombo) sembra potersi dedurre una progressiva trasformazione delle
cerimonie praticate in questo luogo, che, da culto della fertilità
e di buon augurio per l’anno a venire, attestato fino almeno al
II secolo d.C., ha assunto successivamente connotazioni soprattutto
magiche e notturne (Piranomonte 2002).
[Immagine:
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