Le
Feste di Aprile: Cerealia, Venere Verticordia, Fordicidia e Parilia
Scultura
romana della dea Cerere, II sec. d.C., Museo nazionale del Bardo, Tunisi.
Il 19 aprile si svolgevano i Cerialia, festa dedicata a Cerere, in quanto
dea delle messi e di “tutto ciò che cresce”, e a
Tellus, la dea della Terra. Cerere era divenuta, durante l’era
repubblicana, una divinità tutelare della plebe ed era venerata
in un tempio sull’Aventino, insieme a Libero e Libera, antiche
divinità italiche, preposte alla fertilità dei campi e
alla coltivazione della vite. La triade composta da Cerere, Libero e
Libera si contrapponeva alla triade capitolina (Giove, Giunone e Minerva)
che rappresentava il centro religioso del potere, in gran parte in mano
ai patrizi.
Il mese di aprile era dedicato particolarmente alla sessualità
femminile e al potere generativo di tutta la natura: infatti il primo
del mese si celebrava la festa di Venere Verticordia e di Fortuna Virilis,
durante la quale, attraverso un bagno rituale nelle terme maschili,
tutte le donne, comprese le prostitute, coronate di mirto, invocavano
le dee affinché concedessero loro il potere seduttivo. La forza
generativa era invece al centro della celebrazione dei Fordicidia, il
15 aprile, durante i quali si sacrificavano delle vacche pregne. Dal
momento che il periodo di gestazione dei bovini è quasi uguale
a quello della donna, il rituale, dedicato a Tellus, era propiziatorio
rispetto alla fecondità in tutte le sue forme. Le ceneri dei
feti sacrificati in quell’occasione erano poi usate per la festa
dei Parilia, il 21 aprile, in cui venivano purificate le persone, le
pecore e gli ovili, per assicurarne la fertilità. Sul fuoco,
acceso dalle Vestali, si saltava tre volte e ci si aspergeva d’acqua
con un ramoscello di alloro. L’acqua e il fuoco erano stati scelti,
secondo Ovidio, “perché queste due cose soprattutto tengono
in vita gli uomini” (Fasti, IV, 790-791). La festa era
dedicata alla dea Pales, dal cui nome deriva il colle Palatino, e ricordava
la vita pastorale condotta dai fondatori della città, Romolo
e Remo, ed era perciò considerata il giorno natale di Roma.
[Immagine:
http://it.wikipedia.org/wiki/Cerere]