Simboli Femminili

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Piccola ara dedicata da Deicone figlio di Bieo alle "Fatae" nel I secolo d.C. ed esposto al Museo di Santa Giulia a Brescia. Le Fate, chiamate anche Parche (Parcae), erano divinità che sovrintendevano al destino degli individui (fatum). Sembra infatti che il nome Parche possa essere collegato con il verbo parere, “generare”. Esse furono identificate con le Moire greche e, come queste, venivano rappresentate come tre filatrici intente a tessere le sorti del destino di ogni individuo (dalla nascita alla morte ) e spesso presenti alla nascita di ciascun bambino.
La parola fata passò nella tradizione popolare a indicare un insieme di creature fantastiche che ebbero un’enorme diffusione nella tradizione orale. Secondo Harf-Lancner (1989) il personaggio delle fate si afferma durante il Medioevo raccogliendo un insieme di elementi che derivano dall’Antichità: le tre Parche (signore del destino), le Ninfe (abitatrici dei boschi) e le divinità femminili, riconducibili alle Grandi Madri che compaiono fin dal periodo preistorico.

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Immagine: http://commons.wikimedia.org/wiki/File:5119_-_Brescia_-_S._Giulia_-_Ex_voto_alle_Fatae_-_Foto_Giovanni_Dall%27Orto,_25_Giu_2011.jpg]