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Simboli Femminili |
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Testa marmorea della dea Feronia, proveniente da Punta di Leano, Terracina,
risalente al II secolo a. C. e conservata presso il Museo Archeologico
Nazionale d’Abruzzo, Chieti. Feronia era un’antica divinità
italica, protettrice dei boschi e della vegetazione. Il suo santuario
principale sorgeva presso un bosco sacro (Lucus Feroniae) nella
valle del Tevere presso la città di Capena, mentre un secondo
luogo di culto si trovava vicino a Terracina. Il suo culto venne introdotto
successivamente a Roma dove alla dea fu dedicato un tempio nel Campo
Marzio, i cui resti sono ancora visibili nell’area sacra di Largo
Torre Argentina. Secondo Dumézil la dea Feronia rappresenta le
forze ancora selvagge della natura, le quali vengono però messe
al servizio degli uomini, per garantirne l’alimentazione, la salute
e la fecondità: “depositaria di immense riserve di vita,
essa feconda e guarisce”. Gli scavi del santuario di Capena hanno
infatti riportato alla luce numerosi oggetti votivi che riproducono
parti del corpo umano, bambini in fasce e animali da lavoro, confermando
in tal modo i poteri di guarigione che erano attribuiti alla dea. Feronia
riceveva anche le primizie del raccolto, non in quanto dea specifica
della crescita, come Cerere, ma come riconoscimento della sua funzione
nella trasformazione dei terreni incolti in campi coltivati. Questo
aspetto selvaggio è rivelato anche dal nome della dea, che deriva
da ferus, il cui significato principale è “non
coltivato, non addomesticato”. Il bosco sacro di Capena sorgeva
nelle vicinanze del monte Soratte, dove i devoti del dio Sorano (gli
Hirpi Sorani) si dedicavano ad un rito estatico che comportava probabilmente
la trasformazione rituale in lupi, tanto che Strabone (V, 2, 9) attribuisce
alla stessa Feronia questo rituale (Dumézil, 1977, pp. 361-366). |