Testa
di Marte in marmo databile al periodo imperiale (II secolo d.C.) e conservata
presso l’ Art Institute di Chicago. Marte (Mars) era
una delle più importanti divinità dell’antica Roma
e formava, con Iuppiter e Quirino, la più antica triade divina.
Dio della potenza e della forza guerriera, le cerimonie in suo onore
si svolgevano in primavera e in autunno e segnavano l’apertura
e la chiusura della stagione dedicata alle attività militari.
Marte era chiamato “Selvaggio” (Fere Mars) nel
Carmen Arvale, un canto liturgico eseguito da una confraternita sacerdotale,
i Fratelli Arvali. I luoghi di culto a lui dedicati erano spesso collocati
all’esterno della cinta che delimitava la città: il suo
altare (Ara Martis) era posto nel campo di Marte, un’area
originariamente dedicata ad esercizi militari, mentre il suo tempio
(il Templum Martis extra Portam Capenam) sorgeva lungo la via
Appia. Il dio veniva invocato per proteggere il territorio romano (ager
romanus) contro i nemici, ma anche contro gli animali e le malattie
che avrebbero potuto danneggiare i campi e le coltivazioni. Il sacrificio
a lui dedicato, il suovetaurilia, che comportava l’immolazione
di un maiale, di una pecora e di un toro, aveva lo scopo di allontanare
tutte le malattie, la carestia, le calamità e le intemperie,
assicurando in tal modo la crescita dei raccolti e la prosperità
di uomini e animali domestici.
[Immagine:
http://www.artic.edu/aic/resources/resource/2676]