Figura in alto a sinistra:
Statua in marmo di Giunone Sospita ( “salvatrice”, “propizia”)
risalente al II secolo d.C. e conservata nei Musei Vaticani. Giunone
Sospita era la divinità venerata nell’antica città
latina di Lanuvium, dove sorgeva un importante tempio a lei dedicato.
Il suo culto venne poi trasferito a Roma nel IV secolo a.C., con un
tempio edificato nel Foro Olitorio, i cui resti sono ancora visibili
nella parete esterna della chiesa di San Nicola in Carcere. La dea viene
rappresentata con scudo e lancia, a far segno della nuova funzione di
protettrice della città, e con il capo coperto da una pelle di
capra, che ricorda il suo ruolo originario di divinità preposta
alla fecondità dei campi in quanto Signora della pioggia e del
tempo atmosferico, alla quale veniva sacrificata una capra. Il legame
di Giunone Sospita con la fertilità della terra e con il mondo
sotterraneo è confermato dalla testimonianza di Eliano (Natura
degli animali, XI, 16), il quale narra di un rituale che veniva celebrato
in un bosco sacro nei pressi del santuario della dea a Lanuvio, durante
il quale un gruppo di giovani vergini bendate offriva delle focacce
a un grande serpente che viveva in una grotta, propiziando in tal modo
la fertilità dell’anno agricolo. Il poeta Properzio (Elegie,
IV, 8, 12-14) riferisce che, quando le ragazze ritornavano alle loro
famiglie, avendo compiuto il rito, i contadini esclamavano: “
sarà un anno fertile!” (fertilis annus erit). Questo dimostra
che doveva trattarsi di un rituale iniziatico femminile connesso con
la fertilità dei campi e della natura. Molto probabilmente si
trattava infatti di fanciulle che, entrate nel periodo della pubertà,
esprimevano anch’esse il sorgere del potere generativo.
[Immagine:
http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Juno_Sospita_Lanuvium.jpg]
Figura in alto a destra:
Antefissa in terracotta proveniente dalla città di Satricum,
databile al V secolo a.C. e conservata presso l’Altes Museum (Staatliche
Museen) di Berlino. Viene raffigurata una divinità femminile
con corna e orecchie di capra, identificata come la dea etrusca Uni
che venne successivamente assimilata alla latina Giunone. Questo reperto
testimonia l’antichità della rappresentazione di Giunone
in forma di donna/capra, che sta alla base del culto dedicato alla dea
nella città di Lanuvio.
[Immagine:
http://commons.wikimedia.org/wiki/File:-0490_Juno-Sospita-Antefix_Altes_Museum_anagoria.JPG]
Figura in basso:
Denario
di epoca repubblicana (64 a.C.) da una collezione privata. Sul davanti
della moneta è raffigurata Giunone Sospita con il capo coperto
da una testa di capra. Sul lato posteriore è rappresenta una
vergine di Lanuvium mentre porge il cibo ad un serpente mostruoso.
[Immagine:
http://numismatics.org/search/results?q=fulltext%3AJuno+Sospita]